Cosa sta succedendo in uno dei Paesi culla della cultura mondiale? Dove porterà la coraggiosa rivolta delle donne iraniane? Quale il ruolo degli uomini, in questa società, la cui essenza è stata stravolta da anni di brutale teocrazia?
Parisa Nazari, attivista e mediatrice interculturale, ne parla con Fariborz Kamkari, cineasta, autore del libro Ritorno in Iran. Due vite, due storie molto diverse, accomunate dall’esilio.
L’incontro è arricchito da spezzoni del documentario di Kamkari, Kurdbun, essere curdo (2022).
Modera Nadia Pizzuti, cineasta ed ex corrispondente da Teheran.
Parisa Nazari è
nata a Teheran e ha eletto l’Italia a sua casa dal 1996. “Sono una farmacista e
madre di due gemelli” ha raccontato in un’intervista “e sono arrivata in questo
Paese insieme all’uomo che sarebbe diventato mio marito, iraniano anche lui.
Abbiamo studiato qui e ci siamo innamorati dell’Italia dove abbiamo deciso di
far crescere i nostri figli”. Laureatasi all’Università degli Studi La Sapienza
ha dato vita, tra le altre cose, all’associazione “Donne per la dignità” nel
2011, insieme ad altre quattro donne, iraniane ed italiane, allo scopo di
“promuovere la conoscenza di un paese come l’Iran la cui cultura millenaria è
troppo spesso subordinata alle vicende politiche”. Organizzano mostre, concerti
e seminari, anche attraverso il coinvolgimento di iraniani approdati in Italia,
musicisti ed artisti.
Fariborz Kamkari è un multipremiato regista e
sceneggiatore iraniano di origine curda, attivo in Italia. Dopo aver
conseguito, nel 2002, una laurea in regia inizia a lavorare nel cinema. La sua
opera più importante è il film I Fiori di Kirkuk (2010,
tratto dal suo romanzo omonimo). Tra le sue opere Black
Tape (2002) e The
Forbidden Chapter (2005). Nel 2015 ha realizzato la sua
prima commedia Pitza e Datteri, da
un soggetto che rievoca vicende personali, il film ambientato a Venezia
racconta una storia di integrazione, con la comicità tipica dei film
bollywoodiani e della commedia all'italiana, tradizione alla quale il regista è
molto legato. È uscito quest’anno in Italia, il documentario Kurdbun. Essere curdo, cronaca dell'assedio
per opera dell'esercito turco di una città a maggioranza curda.
Nadia Pizzuti Cineasta e giornalista, è
stata corrispondente dell’agenzia ANSA a
Teheran, un’esperienza da cui ha tratto ispirazione per due libri, Mille e un giorno con gli ayatollah e
il romanzo-verità Il giardino di Shahrzad,
pubblicato anche in Spagna e Francia con lo pseudonimo Vida. Ha girato tre
documentari: Amica nostra Angela, dedicato alla filosofa napoletana Angela
Putino, Lina Mangiacapre Artista del femminismo, su un’altra
storica protagonista della scena politica e culturale napoletana, e Alba Meloni. Stella nelle mie stanze,
dedicato a una partigiana romana.
RITORNO IN IRAN (Edizioni La nave di teseo)
Un quarantenne regista
curdo-iraniano, apolide, che vive e lavora a Roma, torna in Iran richiamato
dalla madre morente. Non la vede da ventisette anni, quando cercò di ucciderlo.
Ma il ritorno, una sorta di odissea come la sua fuga in occidente, si rivela
molto diverso da quanto aveva immaginato. Suo malgrado si trova invischiato in
un mondo di cui non riconosce le dinamiche e, come sospeso in una dimensione
surreale, il passato torna sotto forma di condanna, di circolo vizioso.
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