Ciao !

come stai?

Anche il tuo gennaio è stato lungo e sembrava non dovesse finire mai?
A me l’inizio dell’anno sembra quasi una vita fa, ma allo stesso tempo sono qui a dirmi “come, è davvero già febbraio? Il 4!?” E cosa ho fatto in tutti questi giorni?

Lì per lì ho la sensazione di non aver fatto molto, per fortuna c’è l’agenda a ricordarmi i nuovi incontri, i progetti per la prossima stagione che iniziano a prendere forma, le consulenze su cui sto lavorando, i corsi che seguo per aggiornarmi anch’io, le persone che ho guidato a scoprire la natura ventosa di Trieste e… l’intervista in radio!

Sono stata invitata a raccontare il mio lavoro a Lunch Break, programma di Radio Fragola che porta alla scoperta di percorsi professionali, cambiamenti e passioni.

Com’è andata? È stata una bella esperienza, è stato come fare il punto dopo il primo anno e mi sono divertita… anche se ero parecchio emozionata [argh!].

Già, parlare in pubblico non è certo cosa nuova per me, ma farlo a una platea invisibile e diffusa non mi è stato facile. Sarà stato il microfono, le cuffie, sarà stato che in qualche modo anche tu eri lì con me, assieme alle altre Guide che seguono Vitamina G e che il piccolo studio era un po’ affollato?

Conoscere il pubblico

Ai miei corsi lo dico sempre: conoscere il proprio pubblico è uno dei primi elementi che ti permettono di comunicare in modo efficace.

Molto spesso, soprattutto chi di noi lavora con gruppi organizzati e agenzie, non ha la possibilità di sapere per tempo chi saranno gli interlocutori. Come Guida ho scelto di lavorare per un pubblico specifico che ho definito a priori; grazie a questo mi è molto più facile trovare il modo e i canali migliori per comunicare alle persone che desidero scelgano le mie escursioni.

L’intervista in radio mi ha messo proprio nella condizione che vorrei evitare quando lavoro: non sapere a chi rivolgermi!

Chi era il mio interlocutore? Cosa conosceva e cosa voleva conoscere chi mi faceva le domande? Chi sono gli ascoltatori di Lunch Break all’ora di pranzo di un giorno infrasettimanale? A chi e per chi parlare? forse a chi potrebbe essere interessato al mio trekking urbano? Se sì, è in ascolto? Oppure a chi già mi conosce come Vitamina G e potrebbe ascoltare il podcast? A chi sente la trasmissione e non sa nulla ma proprio nulla, nemmeno che esistono le Guide? O un po’ a tutti in ordine sparso?

Comunque sia… mai dare per scontato nulla di quello che dici o vorresti raccontare. Anche se poi ti senti così:

Tu hai la possibilità di conoscere qualcosa in anticipo degli ospiti che accompagnerai? Come affronti questa situazione?

Preparazione vs "improvvisazione"

Complicazione al non sapere chi è il pubblico: ho conosciuto Christian, il mio intervistatore, mezz’ora prima di entrare in studio. A parte alcuni messaggi per organizzare l’incontro, era la prima volta che ci parlavamo. Ha avuto il mio contatto con il passaparola e di me non sapeva quasi nulla. Per scelta non prepara le interviste, che quindi nascono e si costruiscono sul momento. In diretta [ARGH!!]

L’unica cosa già stabilita era la playlist che mi ha chiesto di portare. Almeno su questa ero preparata! Ma il filo da seguire che in qualche modo avevo in mente, alla fine ha preso strade completamente diverse, quelle un po’ misteriose, uniche e irripetibili di un dialogo costruito a due, come una danza improvvisata a seconda del momento, che può riuscire bene... o meno bene.

Quando conduci una visita, tu che fai? “Ti prepari il discorso” e cerchi di rispettarlo dall’inizio alla fine o lo crei assieme alle persone del gruppo? Le tue spiegazioni sono sempre molto simili o ogni volta diverse, su misura?

Cara comfort zone,

ti scrivo per dirti che no, stavolta ho vinto io!  sta leggendo questa mail perchè ho deciso di condividere il podcast, anche se tu hai fatto di tutto per trattenermi.

Ok, non ho avuto il coraggio di riascoltarmi (alzi la mano chi ama sentire la propria voce registrata!) e stavo per consegnare la puntata all’oblio. Però c’è stato chi mi ha scritto dopo averla ascoltata per condividere con me il periodo di cambiamento che sta attraversando, e per ringraziarmi per una canzone arrivata al momento giusto.

E allora penso che se può ispirare qualcun altro, o magari solo tenere compagnia a chi si annoia in coda alla posta o bloccata nel traffico... ecco i link!

Ascolta il podcast
Ascolta solo la playlist

«Quando ti infili le cuffie e alzi il fade del microfono e senti la tua voce, che è sempre la tua voce però è più... è più precisa. Senti che puoi dire quello che vuoi, però sai anche che quello che dici dev'essere il massimo... e ti accorgi che ogni volta cresci un po'...e quando non ce la fai più con le parole allora tà: Usi la musica... quella che TU hai scelto, quella che continua a parlare di te. Secondo me ci vorrebbe una radio così in ogni casa... ognuno a dire al resto del mondo la sua cosa...»
Luciano Federico, in Luciano Ligabue, Radiofreccia, 1998

Ciao

Buon ascolto!

In attesa della newsletter di marzo seguimi sulla pagina Facebook,  ti aspetto lì!

A presto,

Sabina

Due link utili

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Sabina Viezzoli

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