Il 16 febbraio 2023 è stata presentata la Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale – Programmazione 2014-2020 condotta dal Dipartimento per le politiche di coesione.
Dalla relazione emerge un quadro di difficoltà per l’Italia che, pur collocandosi al secondo posto per ammontare di risorse assegnate, risulta al penultimo posto in termini di implementazione finanziaria al 31 dicembre 2022, con una percentuale di spesa pari al 55 per cento del programmato (64,9 miliardi di euro incluse le risorse REACT-EU e la quota di cofinanziamento nazionale), contro una media europea del 69 per cento. Entro il 31 dicembre 2023, data di scadenza di attuazione del settennato 2014-2020, le risorse UE ancora da richiedere alla Commissione europea ammontano complessivamente a 19,9 miliardi euro (a cui si aggiungono 10 miliardi di cofinanziamento nazionale). Risorse che sono quindi a rischio di restituzione a Bruxelles se non verrà centrato l’obiettivo di spesa previsto (cd. disimpegno automatico in virtù della regola “n+3” [1]).
In questo quadro generale è opportuno evidenziare (come emerge dalla rielaborazione dei dati ministeriali da parte dell’Ufficio Studi CGIA) che dei 19,9 miliardi di euro di risorse europee che devono essere spese entro la fine del 2023, 15,3 sono in capo alle amministrazioni centrali e 4,6 alle Regioni; le amministrazioni regionali mediamente più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno.
Tra tutte le Regioni italiane il Lazio risulta essere l’unica a non presentare un rischio di disimpegno entro il 31 dicembre 2023, con la spesa realizzata nell’ambito dei POR FESR e FSE pari al 103% (964 milioni di euro) della quota comunitaria programmata (936 milioni di euro). Più in generale, la Regione Lazio è al primo posto tra le amministrazioni italiane per avanzamento della spesa comunitaria della politica di coesione nel settennato 2014-2020.
[1]
Il Regolamento 1303 del 2013, all’art.136, stabilisce che “la Commissione procede al disimpegno della parte dell’importo in un Programma Operativo che non sia stata utilizzata per il pagamento del prefinanziamento iniziale e annuale e per i pagamenti intermedi entro il 31 dicembre del terzo esercizio finanziario successivo a quello dell’impegno di bilancio nell’ambito del programma Operativo”. La verifica, che quindi avviene ogni anno, a decorrere dal terzo esercizio successivo a quello dell’impegno di bilancio, viene appunto definita “n+3”, indicando con “n” l’anno di riferimento dell’impegno sul bilancio UE.
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