Quando Burri brucia la plastica la fa divenire qualcosa di “assolutamente altro”. Da materiale del futuro, dell’avanguardia, della multifunzionalità propria di quegli anni di rapido sviluppo economico, che Pasolini appellerà poi come anni-testimonianza di una grande “trasformazione antropologica”, l’artista agirà sulla plastica dando fuoco ad essa. Traumatizzandola, alterandola.
L’Italia di Burri, Fontana, Vedova, Pistoletto e altri risponderà dando fuoco, o meglio, mettendosi fuori fuoco, da quelle promesse patinate. Un’arte che da un lato abbandona il figurativo, il medium sino ad allora privilegiato come quello della pittura “classicamente intesa”, allo stesso tempo risponde alle blandizie statunitensi promuoventi un ideale di ricchezza sfavillante con un fare artigiano, antico, pulsante di vita.
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