Buon lunedì!
Uno degli aspetti fondamentali che riguardano l'adozione delle tecnologie di intelligenza artificiale nella società è l'accettazione da parte delle persone. Se vogliamo che l'AI entri nelle nostre vite (personale, lavorativa e sociale), in teoria per migliorarle, dobbiamo assicurarci che le persone si fidino dell'AI, e per fidarsi devono conoscerla.
Non possiamo pensare di imporre dall'alto tecnologie dirompenti, quando queste hanno impatti potenzialmente elevati nelle nostre vite. Ci ritroveremmo movimenti di rigetto anche molto determinati. Lo abbiamo visto con il riconoscimento facciale, lo vedremo molto di più con le auto a guida autonoma.
Fra i problemi principali purtroppo vi è la differenza di velocità alla quale si muovono la ricerca scientifica e l'acquisizione di nuovi concetti da parte della società. Da una parte la ricerca procede spedita, il livello di sofisticatezza dei modelli AI aumenta di anno in anno, gli investimenti sempre più consistenti diminuiscono il tempo fra scoperta scientifica e applicazione nel mercato.
Dall'altra parte invece la società acquisice e "digerisce" le novità a ritmi molto più lenti, e da fonti molto eterogenee. Film, libri, serie TV, fumetti, sono i veicoli che usiamo per dare forma a concetti lenti da metabolizzare. Quando si parla di intelligenza artificiale in ambito militare si pensa a Terminator, per le forze dell'ordine citiamo Robocop, gli androidi che si ribellano ci ricordano Westworld o Blade Runner, le macchine che conquistano il mondo sono esaltate in Matrix.
Una volta questo genere si chiamava fantascienza. Ora il confine è molto più sfumato. Serie TV come "Humans" o film come "Her" o "Ex Machina" non sono poi terribilmente difficili da immaginare in un prossimo futuro.
La cultura contemporanea è un veicolo straordinariamente importante per aiutare la comprensione dell'intelligenza artificiale da parte della società. Attraverso la cultura si trasmettono concetti e si esorcizzano paure, ci si incontra e se serve ci si scontra, ma almeno in questa arena ci si batte ad armi pari. Non c'è la soggezione delle masse verso gli scienziati illuminati, che invece traspare fin troppo frequentemente ai convegni divulgativi.
Con un libro, un film, un brano musicale o un fumetto una persona creativa ha la possibilità di comunicare come vedrà il futuro e l'AI nelle nostre vite, entrando magari in sintonia con altre persone che provano le stesse sensazioni. Da parte sua, chi fa AI ha il dovere di registrare questi input, perché vi troverà elementi utili a intravedere come potrebbero essere ricevute le sue prossime creazioni. E magari dovrà ingegnarsi per rispondere, sempre attraverso veicoli culturali, per far comprendere a tutti le intenzioni della ricerca, gli obiettivi che il mondo scientifico sta cercando di raggiungere, come gli scienziati si immaginano il futuro della nostra società.
È un po' che ci penso, ma il desiderio di commentare gli ultimi prodotti culturali a tema AI che ho avuto modo di vedere mi hanno convinto ad aprire una nuova sezione del sito e della newsletter completamente incentrata sulla Cultura. So che non è usuale per un blog tecnico parlare di cultura, ma secondo me, poiché affrontiamo il tema dell'intelligenza artificiale a tutto tondo, iniziamo ad averne bisogno.
Alla fine di questa newsletter troverete quindi il primo articolo della categoria, dove commento N3well, un fumetto italiano realizzato dall'AIxIA - l'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale - e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Spero che l'idea vi piaccia.
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Buona lettura! Luca Sambucci
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