Quando ci apprestiamo a metterci in viaggio in genere sappiamo dove vogliamo andare, per cui abbiamo una mèta.
Se la distanza è lunga, pianifichiamo delle tappe, quindi scegliamo il tragitto più rapido e più comodo oppure il più piacevole. Riusciamo perfino a prevedere, almeno a grandi linee, quando arriveremo.
Non accade lo stesso per il Viaggio più importante, quello della vita. Questo, il più delle volte, non riusciamo nemmeno a vederlo come un viaggio, nel senso che non sappiamo bene dove andare, le circostanze ci hanno messo lì, in quel tipo di vita, accanto a quelle persone e con quelle possibilità; ma non vediamo altro e, se lo intravediamo, questo è spesso frutto di influenze esterne che ci portano a desiderare quello che desiderano tutti, con poche varianti. Talvolta ci accontentiamo di allungare lo sguardo di qualche passo oltre a dove siamo, ma per lo più mettiamo un piede avanti all’altro senza avere un’idea di dove siamo, senza vedere il panorama né riconoscere i compagni di viaggio; accecati ed assordati da immagini e da suoni confusi e confondenti.
Sia chiaro che usando il “noi” non intendo attribuire questi atteggiamenti a noi che, non a caso, stiamo leggendo queste righe: ma mi rivolgo all’umanità nel suo insieme e per certo, qualcosa di questo modo di vivere lo abbiamo sperimentato. Poi, forse delusi o amareggiati o spaventati... |